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La storia della patata dolce di Calimera fatta di donne, carbone e tanta bontà

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Panoramica di un campo di batate. Foto Giuseppe Palumbo (1889-1959).

Tutti conosciamo la bontà della patata dolce, ingrediente principale di tanti piatti tipici pugliesi, ma non tutti sanno che c’è un comune del Salento la cui storia è strettamente legata a questa varietà e viceversa. La località in questione è Calimera in provincia di Lecce, al centro della grecìa salentina, e il suo legame con la “batata zuccarrina” ( come la chiamano da queste parti) risale alla prima metà del XIX secolo.

Sul come questa pianta dall’America arrivi proprio a Calimera ci sono due versioni distinte: dai bollettini della camera di commercio del tempo risulta che dal nuovo mondo fu introdotta a Firenze, da lì arrivò nella villa di Lecce come pianta ornamentale per essere oi finalmente introdotta nella coltivazione calimerese daEufemio Fazzi. Da alcune testimonianze dirette, invece, l’arrivo a Calimera sarebbe opera del nonno di una certa Lucia “Zuccarini” il cui nonno la importava direttamente dall’America.

Quello che risulta più curioso della storia di questo tubero, è il suo canale principale di commercializzazione costituito dal carbone; erano infatti i commercianti di carbone che, caricando sui loro carretti anche le patate zuccherine, le hanno fatte conoscere soprattutto fuori dal Salento, legando per sempre la città di Calimera alla qualità delle sue batate. Purtroppo, però, così come il carbone sancì il suo successo ne determinò anche la fine della commercializzazione su larga scala quando il combustibile non fu più venduto.

Un’altro aspetto importante per capire l’importanza di questo prodotto tipico puglise nella sfera sociale della comunità grika di Calimera, è il ruolo della donna nella sua coltivazione:  era infatti soprattutto lei a coltivare la pianta, andare a prendere l’acqua dai pozzi lontani e a raccoglierne i frutti.

Per le sue tre principali proprietà serbevolezza, resistenza e adattamento, si è rivelata alimento fondamentale nei periodi di grandi ristrettezze economiche, e oggi la patata zuccherina di Calimera è inserita ufficialmente nell’elenco dei prodotti P.A.T. (Prodotti Agroalimentari Tradizionali) del Ministero dell’Agricoltura.

La particolarità che distingue la patata zuccherina di Calimera dalle altre è che non ha al suo interno i filamenti legnosi di alcun tipo, bensì la sua pasta è uniforme e dolcissima.

Oggi la comunità di Calimera è impegnata in prima linea nella valorizzazione di questo prodotto e nella sensibilizzazione sull’importanza di ripartire dal nostro patrimonio enograstronomico per rilanciare tutto il territorio salentino e la sua storia. Nello scorso settembre, nel corso della tradizionale fiera della Madonna di Costantinopoli, l’argomento è stato oggetto di un dibattito dal titolo “La patata zuccarrina- rilancio di una cultura locale“, per cui ringrazio tutti i relatori che vi hanno preso parte per le interessanti storie che hanno raccontato e che mi hanno permesso di scrivere qui.

Un grazie particolare a Vito Bergamo dell’Associazione Culturale Ghetonia, e al vicesindaco Antonio Montinaro per la loro grande disponibilità.

P.S. La patata zuccherina è anche al centro di molti libri editi dall’Associazione Culturale Ghetonia, in vendita presso la Casa Museo della civiltà contadina e della Cultura Grika di Calimera.

Foto dell’archivio fotografico di Giuseppe Palumbo (1889 – 1959)  tratta da www.biodiversitapuglia.it

Per scoprire tante ricette da fare con la patata zuccherina clicca qui

Se vuoi conoscere la storia della fiera della Madonna di Costantinopoli di Calimera clicca qui