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Può (r)esistere l’agricoltura naturale senza chimica, oggi?

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Tutti noi abbiamo svilluppato negli ultimi anni una speciale sensibilità ai temi della qualità e della sicurezza dei cibi che portiamo sulle nostre tavole. Con la complicità anche di innumerevoli scandali alimentari, e altrettanto innumerevoli reportage e inchieste giornalistiche che ci hanno fatto vedere il lato oscuro della maggior parte dei prodotti che fanno parte della nostra quotidinianità, dalla pasta alle carni, dalle uova alla frutta e verdura fino ad arrivare ai prodotti già pronti per essere consumati.

A stare a valutare tutto ciò che si sente non dovremmo più mangiare nulla, cosa che ovviamente non è possibile, quindi o ci si abbandona al “non ho scelta” altrimenti possiamo cercare di trovarla un’altra strada da percorrere che ci possa quantomeno dare maggiore sicurezza. Nella fattispecie della frutta e verdura, mi sono chiesta

“può esistere (e resistere) ancora oggi un’agricoltura naturale senza chimica, e soprattutto possono esistere ( e resistere) aziende che la praticano in un mercato dominato dalla concorrenzialità dell’agricoltura intensiva?”

Con questa domanda in testa mi sono presentata da Beatrice e Gianni di Lagorosso, azienda agricola di San Donato di Lecce nata nel 1998 che da qualche anno si è specializzata nella produzione di ortaggi prodotti con sistemi naturali, utilizzando come fertilizzanti il sovescio, il letame e il compost ottenuto dagli scarti organici.

Mentre raccoglie le patate novelle dal terreno, la risposta di Gianni è semplice e chiara:

” Si, può esistere, se impariamo tutti a riconoscere e consumare prodotti naturali, solidali e a km0. Una scelta che rispetta la natura, tutela la salute e porta sostentamento a chi realmente lavora la terra”

Tra un detto antico dialettale e termini tecnici sulle proprietà nutritive degli ortaggi che hanno a disposizione, Gianni e Beatrice dipingono davanti ai miei occhi il futuro che sognano per la nostra terra: intere famiglie che, con un appuntamento settimanale, si riversano nei campi coltivati per comprare direttamente dai produttori frutta e verdura di stagione. Con tutte le terre salentine oggi abbandonate, diventate rigogliose grazie al lavoro di una nuova generazione di contadini/custodi della biodiversità.

Pronunciando tutto questo lo sguardo di Gianni si fa fiero e guarda l’orizzonte, per poi ritornare un pò scuro in viso e dirmi ” Tanto se continuiamo così ci faranno fuori perchè non possiamo essere concorrenziali rispetto alla grande distribuzione e non abbiamo dalla nostra parte una politica che ci tutela e ci supporta”

Facendo una scelta diversa da quella industriale, Beatrice e Gianni sono consapevoli che la produzione sarà limitata e strettamente legata alla stagionalità, agli agenti atmosferici, ecco perchè si rivolgono ad una rete di vendita locale a domicilio o attraverso i gruppi di acquisto solidale sparsi nella provincia di Lecce, con cui negli anni si va ad instaurare un rapporto diretto tra produttore e consumatore, fondato sulla fiducia reciproca.

Gianni, perito agrario e fondatore del gruppo musicale SUD SOUND SYSTEM, e Beatrice, architetto che grazie al marito ha scoperto il piacere di lavorare nella terra e tra le piante, sono anche dei custodi cucummari” di San Donato, un’antica varietà di melone prodotto proprio a San Donato di Lecce, oltre che per la produzione dei “mugnuli“, delle “menocelle” e della “zucchina bianca

Per tutto il tempo che sono rimasta con loro, ho vissuto una sensazione di riconoscimento per il loro lavoro, la loro scelta e la sfida che incarnano: parlo di riconoscenza perchè se mi sento più sicura nel dare a mio figlio della verdura è grazie a loro, e perchè se posso dire di avere la possibilità di scegliere cosa è meglio per me e la mia terra, lo devo al solco che ogni giorno tracciano nei campi e nella coscienza etica di chi ha il piacere di ascoltarli.