storia della mia Paura
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2 Novembre 2018Ci sono prodotti legati indissolubilmente ad un territorio ben preciso, profumano della sua cultura e hanno il gusto di radici antiche. In salento sono tanti i prodotti agroalimentari tradizionali (p.a.t.) riconosciuti ufficialmente dal ministero delle politiche agricole, ma la storia che voglio raccontarvi qui è quella del cece di Nardò, varietà locale di questo legume che ha rischiato l’estinzione ma grazie al lavoro di una rete di piccoli produttori sta vivendo una rinascita.
Questa rete di piccoli produttori si riunisce sotto il simbolo di Verdesalis, associazione neretina che si occupa della tutela della biodiversità locale promuovendo l’agricoltura naturale nel territorio dell’Arneo attraverso l’impiego di tecniche colturali ecosostenibili. Del suo presidente avevo già raccontato qualche tempo fa, in questo articolo .
La rinascita del cece di Nardò
Tutto inizia nel 2017, grazie al lavoro certosino di Massimo Vaglio, affermato chef e giornalista gastronomico nostrano, che ne riscopre l’ecotipo, la storia definendone anche il disciplinare di produzione. Grazie al suo impegno, nel luglio 2017, il cece di Nardò ottiene la denominazione di Prodotto Agroalimentare Tradizionale e Verdesalis si impegna a custodire gelosamente gli ultimi esemplari rimasti salvaguardandoli dalle contaminazioni genetiche.
Dalla semplice custodia, Verdesalis ha poi saputo creare una rete di piccoli produttori interessati alla coltivazione diretta del cece di Nardò in un tutto il territorio d’Arneo*, campagna iniziata nel febbraio del 2018 grazie alla quale si potrà continuare la semina e la produzione per l’anno 2019 e, in piccole quantità, si potrà cominciare la distribuzione al dettaglio nel corso degli eventi organizzati da Verdesalis.
*il territorio d’Arneo è composto dai seguenti comuni: Nardò, Porto Cesareo, Leverano, Veglie, Salice Salentino, Guagnano, Campi Salentina, Carmiano e Copertino.
Perchè il cece di Nardò è così buono
Riconoscerlo è abbastanza facile grazie alla sua carattarestica di genereare sempre una piccola percentuale di semi neri, più restii alla cottura. Se in passato questi veninavo eliminati, chiamandoli in modo dispregiativo “giudei”, oggi si punta a salvaguardare proprio questo tratto distintivo senza effettuare alcun tipo di selezione.
La bontà, invece, deriva alla alla qualità del terreno su cui viene coltivato, ovvero le fertili terre nere d’origine alluvionale ricche di humus fresco e profondo dell’agro di Nardò e dei comuni limitrofi di Galatone, Copertino e Leverano.
Inoltre, è facile da coltivare, è resistente ai periodi di siccità e in termini quantitativi rende bene: basti pensare che con 10 kg di semi si possono produrre circa 200 kg di ceci.
Quale futuro per il cece di nardò
Se nell’antichità il cece di Nardò costituiva principalmente una merce di scambio, il progetto di tutela e valorizzazione di Verdesalis punta alla creazione di una vera e propria filiera economica locale che possa creare valore sociale, economico e turistico a beneficio di tutto il territorio grazie a questo prodotto.
Le premesse per ora sono entusiasmanti visto il raddoppio delle adesioni per la campagna di produzione 2019, e la programmazione di una serie di eventi promozionali legati. Noi, da parte nostra, ci auguriamo che oltre all’aumento della produzione possa crescere di pari passo la conoscenza, la consapevolezza e l’utilizzo di questo meraviglioso prodotto.
Per chiedere informazioni sugli eventi in cui poter trovare il cece di Nardò scrivere a verdesalis@gmail.com oppure segui la pagina facebook
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Photo credits: associazione di promozione sociale Verdesalis, Nardò