I piatti delle “tavole” di san Giuseppe: quali sono e la loro simbologia
19 Marzo 2019Tradizioni pasquali nel Salento: cocule di Galugnano
27 Marzo 2024Sono dieci le specialità pugliesi che vanno ad arricchire il prestigioso elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari, Forestali e del Turismo.
Si tratta delle melanzane ripiene, gli spaghetti con le cozze e i panzerotti con la ricotta dolce per la gastronomia mentre per i “prodotti vegetali allo stato naturale o trasformati” è stata inserita la bietola di campagna o bietola selvatica, il cucummaru di San Donato, il grespino o sivone ( meglio conosciuti in salento come zanguni), il lampascione (lambascione) o cipollaccio, la meloncella tonda di Galatina, i meloni di Brindisi e la percoca di Loconia (frazione di Canosa di Puglia).
Ad oggi, dunque la Puglia può vantare 285 prodotti agroalimentari certificati dal Ministero per tramite regionale (e su proposta di soggetti terzi) : un biglietto da visita non di poco conto per la produzione agricola e agroalimentare di qualità che va incontro alla sempre più crescente domanda di tipicità locale abbinata alla genuinità di ciò che portiamo sulle nostre tavole.
Il requisito fondamentale per ottenere il riconoscimento di Prodotto Agroalimentari Tradizionali (PAT) è quello di essere “ottenuto con metodo di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo, «ottenuti con metodi di lavorazione, conservazione e stagionatura consolidati nel tempo, omogenei per tutto il territorio interessato, secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni”
Rappresentano, quindi, quelle piccole realtà fortemente legate alla cultura e al luogo di produzione, da cui ereditano caratteristiche particolari che le rendono uniche. Si differenziano dai Prodotti di Origine Protetta ( DOP)
perché non necessariamente tutta la filiera agroalimentare che li realizza è limitata a un luogo ristretto.