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18 Aprile 2020Il nostro futuro passa dal cibo: guida al “salento km0”
15 Settembre 2017Vivere, si sa, è sinonimo di scegliere, e una delle decisioni più importanti che ho dovuto prendere nella mia età adulta è stata quella del luogo in cui mettere radici. La mia generazione, così come tutti i nati negli anni ’80, hanno lasciato il Salento per motivi di studio che poi per la maggior parte di loro sono diventati motivi di possibile sviluppo lavorativo e crescita professionale. “Qui non c’è niente” ho sempre sentito dire.
Io ho scelto di rimanere e provare a scovare qualcosa da quel buco del niente. E ancora oggi, dopo dieci anni, non me ne pento.
Dai 15 ai 22 anni anche io ho odiato con tutta me stessa questi tramonti e queste albe così immensamente lontani da tutto il resto dell’Italia, anche io ho sentito quell’ardore del partire per non tornare più, la frenesia di ricominciare in un contesto nuovo,ancora impacchettato, senza graffi e lesioni.
Infatti a 22 anni ho fatto le valigie anche io, e mi sono trasferita nel posto più lontano possibile, non solo un’altra città ma anche un’altra nazione, un’altra lingua e un’altra cultura. Mentre ero lì, senza volerlo ho risentito il sangue salentino che scorreva nelle vene, ho ascoltato per la prima volta la prorompenza con cui scorreva in me e ne ho sentito il battito.
È più difficile scegliere di andare via o di rimanere? – mi sono chiesta ritornando a casa. E la risposta per me è stata rimanere in salento, scommettere su questa terra così arida ma promettente, scegliere di cambiare le cose qui, piuttosto che cambiare io lì.
Dieci anni dopo, oggi, sono ben consapevole di tutti gli svantaggi che ne sono derivati ma, insieme ad essi, conosco molto bene i vantaggi, cinque in particolare, a cui non potrei mai rinunciare:
- Lo stile di vita. Per quanto tiranno possa essere il tempo anche da noi, resistono ancora concetti quali pranzo (soprattutto quello domenicale), tempo libero, conciliazione lavoro/famiglia, penichella, vicini di casa a cui chiedere e dare aiuto, lentezza. Forse non tutti si ritroveranno in queste parole, ma il rischio di diventare atomi nella nostra società è dietro l’angolo e piccole cose come queste allontanano il pericolo.
- Poter scegliere il mare. Una mia amica dice che chi vive vicino al mare non riuscirà più a starne senza. È assolutamente vero, ma per chi vive in salento il vantaggio è doppio: non solo si hanno a disposizione km e km di costa di tutte le specie, ma si ha la possibilità addirittura di scegliere in quale mare immergersi a seconda del vento, del sole e della voglia di evadere. Versante adriatico per toccare idealmente i monti dell’Albania con la punta delle dita oppure mar ionio a fare l’occhiolino ai cugini calabresi.
- Il cibo. Ovviamente, direi. Ogni singolo paese della provincia di Lecce, compreso il mio, ha i suoi piatti tipici della tradizione. In ognuno di essi si sente il profumo dell’arte di arrangiarsi dei nostri avi, la dirompenza di una passione agricola maturata nei campi sotto il sole, e la sapienza nel lavorare le materie prime in modo che nulla possa essere sprecato.
- I prodotti sani. Mi sento fortunata nel sapere che posso ancora rivolgermi direttamente all’agricoltore per acquistare delle verdure fresche di giornata, ovviamente a km 0. Idem per il pane,le uova, i prodotti caseari e, di tanto in tanto, anche per la carne bovina e ovina. Questo mi dà una sicurezza per me e la mia famiglia.
- Perchè almeno so che ci ho provato. In dieci anni non sono diventata nè ricca, nè famosa, nè affermata nel lavoro. Ma nonostante questo continuo a provare a scommettere sulla mia terra, anche attraverso questo blog, perchè non voglio essere una di quelle persone che critica senza sporcarsi le mani.
Ps. Grazie a Laura per la foto e per tutto quello che lei sa.