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Condividendo con tutti voi una sezione dedicata alla ricette della tradizione natalizia salentina, sono stati tanti i commenti che ho letto, e la maggior parte di essi hanno un sapore malinconico dal color seppia: è come se vedendo la foto di un dolcetto o un piatto tipico del Natale salentino, l’orologio del Tempo tira le lancette indietro a quando eravamo piccoli, a quando tutto era magico e tutto era diverso. Chi ricorda la nonna intenta a fare i vermicelli e chi invece le carteddrate mangiate tutti insieme nel lettone la mattina di natale, in questi mini racconti ho sentito il profumo dolce amaro della nostalgia.
E ho maturato una consapevolezza, diventata certezza pensandoci e ripensandoci in questi ultimi giorni: il Natale da piccoli è più bello.
Dalla cena di Natale con tutta la famiglia ai giochi con le carte in attesa della mezzanotte dov’è c’è sempre qualche zio/zia che ti aiuta a vincere; dalla sveglia silenziosa per scoprire se Babbo Natale anche quest’anno ha lasciato qualcosa sotto l’albero fino al classico giro di visite con mamma e papà per case sempre diverse ma sempre con qualcosa di buono da mangiare.
Perché quando si è bambini ci si abbandona più ciecamente all’idea che davvero il mondo e tutte le persone possano vivere in pace e serenità, per ogni bambino le cose, le persone e le emozioni sono eterne, immutabili, inconsapevole dell’effimero stato in cui viviamo. Da bambini siamo totalmente liberi dalla costante paura di soffrire che poi da grandi occuperà grande spazio del nostro cuore, arrivando anche ad impedirci alcune volte di amare senza riserve.
Scrutando negli occhi di mio figlio col naso in su intento a dialogare con un grande orsetto illuminato capisco che il vero senso del Natale lo si accoglie e si assimila da piccoli, quando l’animo è predisposto ad accogliere la vita senza porre condizioni, senza condizionamenti, e senza l’ombra del già vissuto.
Ecco perché per quanti sforzi possiamo fare, le emozioni e i ricordi legati ai momenti vissuti nell’ infanzia saranno sempre unici e più belli. E sono sempre loro, credo, a dare senso al Natale quando ci evolviamo in padri, madri, zii, zie, nonni, nonne, amici e amiche. Ricreare ogni anno la magia di quei ricordi per qualcun altro, bambini in primis, significa anche cercare di mantenere vivi non solo le emozioni vissute ma anche noi stessi.